La domanda da 100 miliardi di dollari: i leader del G20 tireranno fuori i soldi?
*** A poche ore da Glasgow, i leader del G20 colmeranno il divario dei finanziamenti per il clima o bruceranno l'occasione di cooperazione internazionale sul cambiamento climatico? ***
*** A poche ore da Glasgow, i leader del G20 colmeranno il divario dei finanziamenti per il clima o bruceranno l'occasione di cooperazione internazionale sul cambiamento climatico? ***
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ROMA, 29 ottobre 2021.— Mentre i leader del G20 si incontrano a Roma, Avaaz li "accoglie" con una canzone sarcastica, che vuole sottolineare la responsabilità delle nazioni ricche di pagare la loro giusta quota a sostegno dei paesi che subiscono le conseguenze peggiori del cambiamento climatico. Una cover band italiana degli ABBA è partita in autobus dal Colosseo e ha fatto il giro di Romar Roma, cantando una parodia di "Money, money, money" accompagnata dalle sagome di Joe Biden, Justin Trudeau, Scott Morrison, Boris Johnson e Mario Draghi, che rappresentano le nazioni più ricche che ancora devono pagare urgentemente i 100 miliardi di dollari annuali dei finanziamenti per il clima promessi dal 2009.
Questa è un'importante prova generale in vista della conferenza sul clima di Glasgow. Il mancato impegno a versare le quote, minaccia la fiducia e la cooperazione tra la comunità internazionale. Il piano per il raggiungimento del fondo per il clima, presentato lunedì scorso dal ministro canadese Jonathan Wilkinson e dal segretario di Stato tedesco Jochen Flasbarth, prevede che l'obiettivo di 100 miliardi di dollari non si raggiungerà fino al 2023, il che espone i paesi in via di sviluppo a un enorme rischio di non riuscire a mitigare gli impatti climatici o avviare progetti fondamentali di adattamento.
Oscar Soria, direttore delle campagne di Avaaz, afferma: «I leader del G20 hanno nelle loro mani l'opportunità e la responsabilità di definire i termini per versare il minimo di 100 miliardi di dollari per la mitigazione e l'adattamento climatico, e devono farlo il prima possibile. Invece di pensare a un nuovo piano finanziario che vada oltre il 2025, stanno ancora cercando faticosamente di rispettare gli accordi presi nel 2009. Non possiamo e non dobbiamo più accettare promesse lasciate a metà. Le nazioni ricche devono andare a Glasgow e costruire la fiducia internazionale necessaria a compiere azioni che ci permettano di mantenere le temperature al di sotto del 1,5°C».
«I paesi ricchi devono smetterla di dire che non ci sono soldi per la protezione del clima. Ci sono un sacco di soldi, ma sono nelle mani sbagliate e nei posti sbagliati. Si pensi ai 5,2 trilioni di dollari all'anno spesi in sussidi ai combustibili fossili o ai 542 miliardi di dollari all'anno spesi in sussidi per l'agricoltura e il legname. Questo denaro sta compromettendo la nostra stabilità climatica e i nostri ecosistemi e sta minando la nostra salute economica a lungo termine».
Avaaz chiede ai leader del G20 delle nazioni sviluppate di rispettare integralmente gli impegni finanziari, compreso il deficit accumulato in passato, per garantire il raggiungimento di 100 miliardi di dollari in media; esorta, inoltre, le nazioni ricche a impegnarsi a fornire 500 miliardi di dollari in 5 anni dal 2020 al 2024, come suggerito dai paesi vulnerabili al cambiamento climatico. Avaaz chiede inoltre alle nazioni ricche di trovare un equilibrio tra finanziamenti per l'adattamento e finanziamenti per la mitigazione.
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SINTESI DEI FATTI: la giusta quota per i principali paesi sviluppati in relazione ai finanziamenti di 100 miliardi
Stati Uniti/Biden: dove sono i 32-49 miliardi di dollari all'anno? 12 anni dopo l'impegno dell'amministrazione Obama-Biden a sostenere i paesi a basso reddito, mancano ancora *decine di miliardi* per mantenere quella promessa: il presidente Biden manterrà la parola? Per rendere la COP26 un successo e davvero "ricostruire al meglio", gli Stati Uniti devono pagare la loro giusta quota per il clima, tra 32-49 miliardi di dollari all'anno. Gli ultimi impegni presi dal presidente Biden all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, in merito ai finanziamenti per il clima, sono ancora ben lungi da ciò che è necessario: devono essere triplicati per soddisfare la giusta quota di contributi. Gli Stati Uniti sono il maggior contributore storico alla crisi climatica e la più grande economia del mondo che ha mobilitato *trilioni di dollari* per la ripresa post-Covid19. Per ristabilire l'immagine dell'America nel mondo, Biden deve agire con la stessa tenacia nell'onorare i propri impegni di finanziamento per il clima.
Canada/Trudeau: dove sono i 4,4-6,0 miliardi di dollari canadesi all'anno? Il Canada deve dare l'esempio come co-negoziatore del piano per il raggiungimento del fondo per il clima di 100 miliardi. La loro quota di contributi sta diminuendo enormemente. Il primo ministro Justin Trudeau può aprire la strada impegnandosi a quadruplicare l'attuale impegno di finanziamento per il clima, per raggiungere una quota giusta di almeno 4,4-6,0 miliardi di dollari canadesi all'anno. Il recente raddoppio del Canada pari a 5,3 miliardi di dollari canadesi nei prossimi cinque anni, è ancora lungi dall'essere sufficiente.
Australia/Morrison: dove sono i 3,4-4,4 miliardi di dollari australiani all'anno? L'Australia sta venendo meno completamente alle proprie responsabilità. Sydney dovrebbe aumentare i contributi di quasi 15 volte per fornire la giusta quota di finanziamenti per il clima. Il primo ministro Scott Morrison è ancora in tempo per farsi avanti al vertice sul clima di Glasgow e annunciare un impegno molto maggiore: tra 3,4-4,4 miliardi di dollari australiani all'anno.
Il paese ospitante del vertice sul clima di quest'anno: Regno Unito/Johnson: dove sono i 3,4-4,8 miliardi di sterline all'anno? Il Regno Unito ha scelto di essere al centro della politica climatica globale ospitando il vertice di Glasgow. Ma a maggiore visibilità corrisponde maggiore responsabilità: il primo ministro Boris Johnson ha affermato che la COP26 deve essere un "punto di svolta per l'umanità". Per colmare urgentemente il divario e raggiungere i 100 miliardi di dollari e soddisfare pienamente la quota giusta della Gran Bretagna (di 3,4-4,8 miliardi di sterline all'anno), il Regno Unito deve fissare nuovi finanziamenti aggiuntivi e aumentare i contributi del 50%. Perché il vertice di Glasgow diventi un vero punto di svolta, questo è il minimo indispensabile per sostenere questo decennio decisivo con uno slancio sufficiente per affrontare la crisi climatica. Come paese ospitante della COP26, il Regno Unito ha un ruolo centrale nel mobilitare gli sforzi diplomatici e garantire che ogni paese aumenti le proprie ambizioni e i propri contributi. Per riuscirci, il Regno Unito deve dare l'esempio e soddisfare la sua giusta quota.
Paese ospitante del G20 di quest'anno: Italia/Draghi: dove sono i 3,3-5,1 miliardi di euro all'anno? L'Italia, paese ospitante del vertice del G20 in questo anno storico, ha un ruolo fondamentale da svolgere e deve dare il buon esempio. Eppure l'Italia è tremendamente al di sotto della sua giusta quota di contributi per il clima di 3,3-5,1 miliardi di euro all'anno. Il primo ministro Draghi è noto per aver salvato l'euro nel 2012, promettendo di fare "tutto il necessario" per impedire che la valuta comune europea crollasse. Ora il mondo ha bisogno che faccia tutto il necessario per proteggere il nostro clima. Dov'è la volontà politica italiana sulla scena mondiale quando è più necessaria? Il primo ministro Draghi deve fare tutto ciò che è in suo potere per annunciare un impegno maggiore, al fine di contribuire a colmare il deficit del 2020-2025 e riacquistare fiducia. Il Primo Ministro Draghi ha anche l'opportunità di intensificare gli sforzi diplomatici per convincere le maggiori economie del G20 ad agire al meglio, colmare il divario e versare immediatamente quel che resta dei 100 miliardi di dollari all'anno. Tutto questo deve essere espresso molto chiaramente nella dichiarazione dei leader del G20.